Nel corso della Prima guerra mondiale, Pompeo Crespi (Genova Sestri, 19 dicembre 1897), che aderì all'anarchismo sin dalla sua adolescenza, era stato sottufficiale della marina. Durante uno scalo a Bakou disertò, e volle partecipare alla Rivoluzione russa. Rimase in URSS fino al dicembre 1920. Tornato in Italia fu graziato da una pena di morte pronunciata contro di lui dal governo Nitti. Potè quindi partecipare alle attività del gruppo Arditi del Popolo contro il fascismo.
Dopo la presa del potere da parte del fascismo, fu costretto in esilio nel 1926, in Francia, dove lavorò nella città di Marsiglia. Sotto il colpo di una domanda di espulsione, Crespi potè beneficiare di un permesso mensile per rimanere in Francia fino al 1934. In quella data partì per la Spagna, e sposò una spagnola. Nel luglio 1936, membro del Comitato Anarchico Italiano di cui faceva parte anche Enzo Luigi Fantozzi, partecipò ai combattimenti a Barcellona (autogestione anarchica della città), dopodiché partì alla volta della sezione italiana della Colonna Ascaso (foto), di cui fu membro anche l'anarchico Michele Angiolillo. Il 22 novembre, sul fronte d'Almudevar, dove comandava una batteria d'artiglieria, fu ferito. Non fu possibile estrarre la pallottola tra la scapola e il polmone, ma nonostante ciò, e nonostante la sua nuova ferita subìta a Carrascal il 13 luglio, Crespi ripartì per il fronte, era il 22 luglio. Le ferite erano profonde e la sofferenza costrinse Crespi a ritornare indietro. Il 3 settembre ottenne un lavoro come cuoco, ma durante gli avvenimenti del maggio 1937 fu arrestato insieme a Dante Armanetti e a Carlo Cocciarelli dagli stalinisti, quindi accusato di spionaggio e diserzione.
Gli anarchici organizzarono una campagna per la liberazione di Crespi, Armanetti e Cocciarelli. Nel 1938 Crespi è ancora in carcere e il Comitato Anarchico Italiano di Parigi chiede la liberazione di tutti i compagni, tra i quali anche Ermanno Neri, Salvatore Fusari, Carlo Montresor, Gina Graziani, Giuseppe Checchi e Libero Mariotti.
Crespi venne liberato il 26 gennaio 1939, nel momento della caduta di Barcellona. Riuscì a recarsi in Francia, dove purtroppo venne internato in un campo di concentramento. Pompeo Crespi muore a Parigi il 29 settembre 1971.
Dopo la presa del potere da parte del fascismo, fu costretto in esilio nel 1926, in Francia, dove lavorò nella città di Marsiglia. Sotto il colpo di una domanda di espulsione, Crespi potè beneficiare di un permesso mensile per rimanere in Francia fino al 1934. In quella data partì per la Spagna, e sposò una spagnola. Nel luglio 1936, membro del Comitato Anarchico Italiano di cui faceva parte anche Enzo Luigi Fantozzi, partecipò ai combattimenti a Barcellona (autogestione anarchica della città), dopodiché partì alla volta della sezione italiana della Colonna Ascaso (foto), di cui fu membro anche l'anarchico Michele Angiolillo. Il 22 novembre, sul fronte d'Almudevar, dove comandava una batteria d'artiglieria, fu ferito. Non fu possibile estrarre la pallottola tra la scapola e il polmone, ma nonostante ciò, e nonostante la sua nuova ferita subìta a Carrascal il 13 luglio, Crespi ripartì per il fronte, era il 22 luglio. Le ferite erano profonde e la sofferenza costrinse Crespi a ritornare indietro. Il 3 settembre ottenne un lavoro come cuoco, ma durante gli avvenimenti del maggio 1937 fu arrestato insieme a Dante Armanetti e a Carlo Cocciarelli dagli stalinisti, quindi accusato di spionaggio e diserzione.
Gli anarchici organizzarono una campagna per la liberazione di Crespi, Armanetti e Cocciarelli. Nel 1938 Crespi è ancora in carcere e il Comitato Anarchico Italiano di Parigi chiede la liberazione di tutti i compagni, tra i quali anche Ermanno Neri, Salvatore Fusari, Carlo Montresor, Gina Graziani, Giuseppe Checchi e Libero Mariotti.
Crespi venne liberato il 26 gennaio 1939, nel momento della caduta di Barcellona. Riuscì a recarsi in Francia, dove purtroppo venne internato in un campo di concentramento. Pompeo Crespi muore a Parigi il 29 settembre 1971.