Grande interprete della militanza anarchica contemporanea. Durante il fascismo si distinse per la sua tenacia nel contrastare il regime, talora riuscendovi, come a Siracusa, quando insieme ai compagni impedì l'imbarco di una squadraccia nera in partenza per la Libia. Fu carcerato e confinato. In quanto anarchico, Failla fu sottoposto a un regime più duro di detenzione, ciò maturò in lui un senso più profondo di denuncia. Quando cadde il fascismo, dal confino di Ventotene venne trasferito in un campo di concentramento, dove si dedicò ad una lotta acerrima anche contro il nuovo governo, che permise la liberazione di tutti, tranne che degli anarchici. Dopo la fuga dal campo di Renicci, si unì ai partigiani e operò per la liberaione di Toscana, Liguria e Lombardia. Divenne presidente della Federazione Comunista Libertaria dell'Alta Italia. Insieme allo scrittore Carlo Cassola fondò la Lega per il Disarmo Unilaterale dell'Italia. Muore a Carrara nel 1986.